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Who Watches the Watchmen? recita un graffito su un muro di New York, nel fumetto e nella campagna promozionale del film. La risposta è No one, a giudicare dagli allarmanti risultati dei box office statunitensi, dove Watchmen ha già perso il 60% nella seconda settimana di programmazione e un altro 60 nella terza (o qualcosa del genere, comunque, ha fatto schifo). Non sarà nè il primo né l’ultimo film che va male, e allora? Beh, allora potrebbe essere una piccolo sassolino che incrinerebbe la possibilità delle major di trarre, dai fumetti, film “seri”, per adulti. Niente più Cavaliere oscuro, insomma. No, tranquilli, Nolan è intoccabile dopo quello che ha fatto, ma Snyder?

Giochino: siete un regista con un budget milionario, e avete materiale per 5 ore di film. Tagliate qua, tagliate là. Poi avete un lampo di genio: dove non ce n’è bisogno, inserite una scena di sesso ridicola, qualche scazzottata con schizzi di sangue e ossa divelte, e brandelli di interiora che pendono dai soffitti. Così facendo, ricevete di sicuro il divieto ai minori di 17 anni (forse già nell’aria, ma quello è il colpo di grazia), e taglierete fuori una buona fetta di pubblico, magari quella che ti salva gli incassi.

Perché? Perché Zack?

Trasporre un opera in film è difficile, e con il fumetto di Alan Moore lo è ancora di più. La serie è divisa in dodici capitoli, con un ritmo proprio, significati propri, allegorie proprie. Ci sono evidenti trame, sottotrame e tematiche. Il tocco del regista è proprio quello di scegliere alcune di queste, e cambiarne il linguaggio (immagini dinamiche + musica). Per la musica non mi esprimo, si inizia alla grande con The Times They Are a-Changin di Bob Dylan, e si termina così, senza colpo ferire, con Desolation Row dei My Chemical Romance. Non hai quell’adrenalina del finale del Cavaliere oscuro (tanto per citarne uno a caso!).

Tanto di cappello al resto, naturalmente, a partire dalle caratterizzazioni dei personaggi, alla starordinaria somiglianza degli attori, e sopratutto i costumi appaiono moderni ma realistici (forse un po’ pacchiani, ma vabbé, sempre di supereroi si parla!). Ma un grosso difetto (oltre agli altri citati) ce l’ha: perchè  così tante parole? Riportare pedissequamente i dialoghi non serve a nulla, vedi la barzelletta di Pagliacci. Ma il punto debole è un’altro.

Concentriamoci sul cambiamento del finale. Niente alieno tentacolare? Ottima trovate, così tutto torna. Ma c’è una diferenza di fondo, l’umanità non è più contro una millenaria minaccia indefinibilie come la possibilità di extraterrestri minacciosi, ma un ex-scienziato onnipotente che (più o meno) conoscono. La civiltà resterà unita per non far arrabbiare Manhattan… sì, ok, ma non è questo lo spirito che corona “appieno” i gesti di Veidt, li corona “in parte”.

Intendiamoci, il film è sopra la media, ma niente capolavoro. Scorre bene, ed è comprensibile ai più, anche senza che si siano prima indottrinati col fumetto. Ed  è proprio all’opera originale, che si deve il successo, ma Snyder l’ha trasposta abbastanza fedelmente. In fondo, fino a ieri si riteneva Watchmen infilmabile. Se lo si avesse voluto riproporre tutto-tutto, sono d’accordo, ma Snyder le soluzioni le ha trovate, creando un buon mix che in fondo è fedele all’opera.

Ma tanto a Moore non piacerà, si sa.

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