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Nel mondo moderno ciò che più conta sono le storie, le narrazioni; in Mad City queste sono manipolate e create ad hoc dai media.

Il reporter esiliato Max Brackett si trova al posto giusto e nel momento giusto per creare una grande storia, narrando le gesta di un sequestratore con un anima, Sam Baily. Ma i grandi network sono pronti ad estremizzare lo sforzo di Brackett, mediatizzandolo ancor di più, fino all’exploit finale.

Invisibile John Travolta, poteva essere chiunque altro, mentre mi chiedo quanto del carisma del giornalista Dustin Hoffman sia da imputare alla voce di Ferruccio Amendola.

Solita critica ai mass media? Certo che sì, fatta però con tutti i crismi e le dinamiche corrette, in un ritmo perfetto, raggiungnengo un ottimo e onesto risultato.

La triste denuncia arriva sul finale, in un’invettiva lanciata dall’incredulo (e ravveduto?) Brackett. Quindi la frecciatina: facile ritrattare quando te le prendi in quel posto, vero Max?

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